La scorsa settimana vi abbiamo presentato alcuni dei partner che con il loro sostegno hanno contribuito alla realizzazione di questo nostro progetto.
Oggi ringraziamo Atalanta – tra le prime imprese a darci fiducia – e vi presentiamo le testimonianze di Montello, Nettuno e Prodeflon.

Il toccante racconto in prima persona del fondatore e AD di Montello SpA Roberto Sancinelli.

MONTELLO SpA
21 marzo 2020: già da 10 giorni ero chiuso in casa fra bombole di ossigeno, controllo della saturazione e febbre che, quando scendeva, mi lasciava speranzoso, ma quando risaliva mi lasciava in uno stato di grande preoccupazione […]. Il tampone mi confermò che ero positivo al covid. Trasportato d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII, feci un controllo radiografico, esito: 80% dei polmoni “fuori uso”. […] La dottoressa mi prese dolcemente la mano, mi calmò e mi disse con voce suasiva «tranquillo, lei collabori e vedrà che andrà tutto bene, la tireremo fuori». Iniziò la terapia con ossigeno ad alti flussi, flebo con tanti fili addosso che sembravo un quadro elettrico, medicinali vari, diverse pastiglie da prendere nelle 24 ore (un giorno ne contai ben 15). Rimasi tre giorni sulla barella del Pronto Soccorso e in quei tre giorni vidi poco distante da me due persone morire a causa del virus. Il quarto giorno fui ricoverato in un reparto in Torre 4 dove rimasi fino al 16 aprile, e anche lì vidi morire un ricoverato con cui fino a poche ore prima avevo chiacchierato. Il 17 aprile passai alla Clinica San Francesco, da cui fui dimesso definitivamente il 4 maggio. Il ricordo di quei giorni passati all’ospedale Papa Giovanni XXIII è per me ancora oggi forte ed emozionante: la dottoressa che mi prende la mano dolcemente e mi dà il coraggio di reagire, la grande disponibilità professionale e umana di tutto il personale medico e infermieristico, sempre pronto a intervenire, mai insofferente alle continue e pressanti richieste di intervento, una abnegazione nel propio lavoro che non mi sarei mai aspettato […]. È grazie a loro se io ed altri come me possiamo ora raccontare quei giorni.

Roberto Sancinelli

NETTUNO
Non potevamo rimanere indifferenti alla proposta di sostegno a questo ambizioso progetto, non solo perché lo sguardo alla realtà che ci circonda e l’attenzione per il territorio sono da sempre parte integrante del nostro DNA, ma anche perché l’enormità di quanto accaduto aveva lasciato in noi, come persone e come azienda, un segno indelebile. Mentre ascoltavo la presentazione del progetto, la potenza dei ricordi mi aveva immediatamente riportato a quei terribili momenti, che nessuno di noi mai scorderà. Umanamente non ho nulla da aggiungere alle infinite e toccanti testimonianze di quei giorni. Professionalmente, invece, posso restituire la fiera determinazione dei miei collaboratori nel continuare il loro lavoro, pur con tutte le difficoltà e le paure del momento, consapevoli dell’importanza di riuscire a soddisfare la pressante richiesta di indispensabili – a tratti introvabili – prodotti per l’igiene delle mani, quei prodotti che da più di 50 anni costituiscono il lavoro quotidiano di questa azienda. Le mani, strumento di lavoro per eccellenza, mezzo di comunicazione che annulla le distanze con un tocco, una carezza, un abbraccio, quelle mani, da potenza creatrice improvvisamente diventavano una minaccia. In quel doloroso contesto, in un clima surreale, il nostro sguardo era concentrato sulle mani dei sanitari, quelle mani che non solo curavano la malattia ma si prendevano anche cura del corpo. A quelle mani, migliaia di persone, hanno affidato l’ultimo gesto d’amore per i loro cari… Abbiamo provato a dire il nostro grazie in quel momento attraverso il nostro lavoro, ora lo ripetiamo a gran voce con il nostro sostegno a questo vibrante spettacolo teatrale.

Le mani sono protagoniste della comunicazione di Nettuno

PRODEFLON
Non solo è difficile tornare a fare memoria di quei giorni, ma è anche molto molto doloroso. Sono stati giorni di angoscia abissale soprattutto per noi bergamaschi: silenzi interrotti dalle sirene assordanti e dal suono delle campane. Notti bianche colme di paura e di preghiere. La Prodeflon produce guarnizioni per le valvole che permettono il passaggio dell’ossigeno e per la filiera alimentare. Perciò durante il lockdown abbiamo sempre lavorato. Vedere emergere tra i dipendenti un senso del lavoro e di responsabilità diverso dal solito è stato onorevole; sapevamo che in qualche modo stavamo dando un nostro piccolo contributo alle persone che avevano bisogno! Ad ogni scrivania avevamo postato un biglietto con scritto “Insieme ce la faremo”, perché avevamo paura quasi a parlarci nonostante le mascherine e i guanti. Non erano i soliti gesti di generosità, erano gesti colmi di amore. Un nostro cliente ci ha regalato migliaia di mascherine che prontamente abbiamo donato ad una RSA e all’Istituto Palazzolo di Grumello. Abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa per dire GRAZIE a tutte le persone impegnate nel settore sanitario, non solo per il loro impegno professionale ma soprattutto per la loro umanità e i loro sforzi nell’accudire i pazienti e aver dato sostegno e conforto ai famigliari che a casa aspettavano notizie dei loro cari. Pensiamo che questa rappresentazione sia uno spazio e un tempo che questi medici e infermieri hanno messo a disposizione per raccontare ed elaborare quello che hanno vissuto in prima persona. In fondo ora è il tempo della cura delle loro ferite, il tempo della loro rinascita.

Il biglietto che ha motivato i lavoratori di Prodeflon