Siamo un gruppo di medici e infermieri del Pronto Soccorso dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, impegnati in quei terribili giorni del marzo 2020 nella cura dei tanti bergamaschi colpiti dall’epidemia. Ci siamo presto convinti che quanto vissuto non poteva andare perso, che avremmo dovuto raccogliere i nostri ricordi per rielaborare il trauma, per condividere la nostra storia con tutti coloro che – separati a forza da parenti e amici – non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Certo, dovevamo decidere come raccontare quei giorni muti, quelle notti bianche. Abbiamo scelto il teatro perché sentivamo l’esigenza di «un mezzo di comunicazione che coinvolgesse il corpo come veicolo di emozioni», come ha scritto Silvia Ricci, attrice e promotrice di questo progetto. A partire da gennaio 2022 abbiamo frequentato un laboratorio teatrale, apprendendo i rudimenti della recitazione e improvvisando sul palco. I nostri ricordi e vissuti, prepotenti e tumultuosi, lentamente hanno dato vita al testo finale. È stato un percorso difficile e doloroso, comunque magico e bello. Ora che lo spettacolo è pressoché completo, ci sentiamo al tempo stesso increduli e orgogliosi. Chissà, forse è stata questa la nostra cura.
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