Il nostro progetto teatrale è stato patrocinato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo (OPI Bergamo) e dall’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCEO), due enti di diritto pubblico sussidiari dello stato di grande importanza per le nostre professioni di sanitari. Tale supporto è per noi motivo di grande orgoglio.
Le loro parole – che qui riportiamo – testimoniano da un lato il ruolo fondamentale svolto quotidianamente dai due Ordini, dall’altro la loro vicinanza e il loro sostegno al nostro progetto.
Ogni infermiere deve essere iscritto al proprio Ordine provinciale, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo vanta circa 7000 iscritti.
Ogni OPI ha una duplice finalità, da un lato la tutela del cittadino/utente che ha il diritto costituzionale di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato e in possesso dello specifico titolo, dall’altro la tutela dei propri iscritti, esercitando il potere disciplinare, contrastando l’abusivismo e vigilando sul rispetto del codice deontologico della professione.
Il progetto Il tempo della cura con lo spettacolo teatrale Giorni muti, notti bianche è stato sostenuto da OPI Bergamo concedendo il patrocinio all’evento e il rilascio del proprio logo.
L’OPI di Bergamo manifesta il proprio assenso verso l’evento essendo gli obiettivi congruenti con alcune finalità dello stesso, favorendo la conoscenza e la visibilità della professione agli occhi del cittadino.
L’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è un ente dotato di una propria autonomia gestionale e decisionale, posto sotto la vigilanza del ministero della Salute. L’ordinamento giuridico ha, in questo modo, voluto tutelare il cittadino garantendo che medici e odontoiatri siano in possesso dei titoli necessari allo svolgimento delle due professioni e che l’esercizio stesso avvenga nel rispetto del Codice deontologico.
L’Ordine di Bergamo è particolarmente orgoglioso di patrocinare il progetto teatrale Il tempo della cura, che supera la narrativa della celebrazione e trasforma la memoria in cultura, condividendo la percezione dell’esperienza, che diventa patrimonio della comunità.
(© Photo Andrea Frazzetta)