Quando mi è stato proposto questo progetto, mi sono sentita subito coinvolta. Ho capito quanto è stato importante per i medici e gli infermieri del pronto Soccorso del Papa Giovanni XXIII ritrovarsi e rielaborare le loro emozioni, il dramma dei malati di cui si sono fatti carico. Ma ho anche capito che fosse giusto aprire il racconto alla collettività, perché nella condivisione superassimo uniti, come una comunità coesa, il trauma inaspettato che ci ha colpiti.
Bergamo e Brescia hanno ricevuto il titolo di Capitale della Cultura 2023 proprio grazie alla solidarietà dei Sindaci che nel 2020 hanno ritirato la propria candidatura, al Parlamento che all’unanimità ha votato per le nostre due città: è stato come se il Paese e le sue Istituzioni avessero deciso di prendersi cura di noi. Così siamo arrivati all’idea di cultura come cura, la prima delle quattro aree tematiche che qualificano il programma per il 2023. E nella quale Giorni muti, notti bianche entra pienamente.
Il progetto è diventato un vero spettacolo teatrale, con la regia di Silvia Briozzo, la drammaturgia di Carmen Pellegrinelli e le musiche di Gianluigi Trovesi e Marco Remondini; abbiamo voluto fosse rappresentato al Teatro Sociale. Sarà un momento importante, per i medici e gli infermieri, attori e testimoni sul palco, ma lo sarà anche per il pubblico che nelle loro parole riconoscerà la condizione di fragilità vissuta in quei terribili mesi del 2020.
Giorni muti, notti bianche ci restituisce il senso più alto della cultura: il sentimento di appartenenza di una comunità che si riconosce nella sua storia e che nei momenti drammatici sa rafforzare i legami sociali, trasformando la vulnerabilità in forza e resilienza.

L'Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo, Nadia Ghisalberti